La storia di Punta Ala dal 1900 al 1914

Stefano Innocenti

La vita in Maremma era così divenuta non solo possibile ma, per il ridente paesaggio, per la dolcezza del clima, per la limpidezza del mare, piacevole; e redditizia era l'agricoltura per la fertilità dei terreni bonificati. 
La fattoria del conte Ludovico Rosselmini Gualandi che si estendeva da Scarlino a Pian d'Alma, al Gualdo, a Poggio Tre Pini, fino all'estrema punta, Castello incluso, assicurava, per la varietà delle colture, prodotti in ogni stagione dell'anno.


Le fasce paludose bonificate, come quelle disboscate, venivano seminate a grano; i boschi davano, senza esaurirsi mai, legna, sughero, carbone; negli allevamenti di bestiame selezionato prosperavano mucche e cavalli, molto richiesti e ben pagati. 
La complessa attività dell'azienda necessitava di una massiccia partecipazione operaia ed artigiana. Furono gli abitanti di Scarlino a fornirla ricavandone elogi e riconoscimenti anche tangibili come dimostrò il testamento stilato il 28 maggio 1914 in Pisa dal conte Lodovico Rosselmini. 
Il testamento, apertosi dopo la sua morte, nell'agosto del 1919, gratificava gli scarlinesi e nominava esecutore testamentario il Cardinale Pietro Maffi di Pisa.

   
 

Le mucche al pascolo del Gualdo Foto: Archivio F.lli Gori Grosseto

 


Due anni dopo moriva la moglie Contessa Augusta Rosselmini Gualandi, lasciando le seguenti volontà: «.. di tutto quanto possiederò al momento della mia morte, immobili, mobili, valori, gioie, argenterie eccetera, nullo escluso né eccettuato, instituisco e nomino mio erede universale la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, detta il Cottolengo; con l'intenzione che disponga dei miei beni per il bene di Pisa e di Scarlino nella misura e nella forma e con le modalità che crederà migliori, d'accordo col mio esecutore testamentario, il Cardinale Maffi». 
Il Cardinale Maffi interpretò le volontà dei coniugi Rosselmini tacitando Scarlino con la costruzione di un asilo infantile, e destinando tutti i rimanenti ed ingenti beni al Cottolengo. 
Grande fu la delusione degli scarlinesi che speravano fosse interpretato con maggiore equità il desiderio dei coniugi Rosselmini. 
Così il Cottolengo diventò proprietario di tutti i beni Rosselmini, compreso il Gualdo e Punta Troia.

   
 

Semaforo Guardia di Finanza Foto: Archivio F.lli Gori Grosseto